Negli ultimi anni, le traduzioni in cinese sono state il fiore all’occhiello per molte agenzie di traduzione e interpretariato. Da quando la Cina si è aperta economicamente all’estero circa cinquant’ anni fa, l’Occidente ha visto in questo fenomeno un’opportunità di crescita e nuove collaborazioni.

Un mondo e una cultura dal sapore nuovo e esotico, altrettanto curiosi e interessanti. Non è solo un modo di dire, è davvero così.

Figure di mediazione linguistica e interculturale sono state necessarie sin dall’inizio affinché si riuscisse a trovare un modo di dialogare e comunicare. Poi, a seguito della globalizzazione economica, sempre più affari di business e accordi sono stati stilati e stretti tra la controparte occidentale e la potenza mondiale d’Oriente. Tutt’oggi sono moltissimi i professionisti esperti in lingua cinese che vengono richiesti dalle aziende allo scopo di poter fare da “tramite” e da ponte tra le parti.

La frequenza con la quale vengono forniti servizi di interpretariato e di traduzioni in cinese è proprio dovuta al fatto che la lingua orientale non conosce lo stesso raggio di diffusione e di padronanza di altre lingue europee o internazionali, come l’inglese o il francese. Specialmente in campo business, nella trattativa con clienti o partner cinesi, non si può non provvedere alla traduzione o all’interpretariato in lingua cinese. Anche perché la stessa lingua inglese in Cina è conosciuta strettamente dalle ultime generazione e concentrata nelle grandi metropoli.

Se doveste avere rapporti commerciali con il colosso mondiale cinese, sappiate che la vostra controparte si sentirebbe lusingata e rispettata se foste voi a provvedere a servizi di traduzione italiano cinese e di interpretariato. Così facendo, riuscireste a conquistare i vostri interlocutori e a porre le basi per un rapporto di business duraturo e solido.

Per ciò che riguarda le traduzioni, materiali di business o di marketing vanno naturalmente localizzati linguisticamente e culturalmente. Dire che la lingua cinese è “tutt’altra cosa” non è un cliché. La struttura, la logica dietro la sintassi e la costruzione semantica sono aspetti del tutto nuovi per un madrelingua europeo. Un traduttore esperto conosce la cultura e la lingua cinese così a fondo che certi passaggi nella traduzione italiano cinese o viceversa risulteranno così “automatici” e naturali al punto che la traduzione non sembrerà neanche più una traduzione.

Utilizzare un traduttore automatico o rivolgersi a un principiante, soprattutto per lingue esotiche come il cinese, significa sorvolare sulle sfumature linguistiche e culturali insite in quella stessa cultura, filosofia, tradizione e storia del paese.

Secondo Yan Fu (严复, 1853–1921) esistono tre sfide nella traduzione di un testo: in primis, riuscire a mantenere la fedeltà 信 (xìn) al testo originale, a esprimersi con chiarezza 达 () e a rendere il testo con eleganza 雅 ().

Seguendo la scia di questa teoria (譯事三難 Yì shì sān nán), possiamo identificare i cinque errori più comuni che possono essere rintracciati nella traduzione cinese italiano e italiano cinese.

1) Declinazioni e coniugazioni nelle traduzioni in cinese

Un pro e un contro della grammatica cinese è che non presenta nella sintassi coniugazioni e declinazioni. Mentre questo da una parte può semplificare molto la traduzione italiano cinese, dall’altra può essere un po’ limitante nella traduzione cinese italiano. Quando si traduce quindi dal cinese all’italiano, bisogna far attenzione a eventuali particelle specifiche o complementi di tempo perché la lingua italiana non accetta ambiguità.

2) La punteggiatura nelle traduzioni in cinese

Nel processo di transizione potrebbe capitare che le traduzioni in lingua cinese presentino meno segni di punteggiatura rispetto al testo originale in italiano. Questo è soprattutto dovuto a una “passione” della lingua italiana per le sintassi lunghe e ampollose, spezzate dai vari segni di punteggiatura.

3) La ricerca di un registro consono e idoneo nella traduzione cinese italiano (o viceversa)

La prima fase della traduzione vede il traduttore impegnato in una lettura complessiva del testo originale, al fine di comprendere il senso generale e la natura del testo in questione. Si tratta di un documento ufficiale? Un articolo? Un saggio? Una lettera informale? Un contenuto web? Questa rapida occhiata al testo suggerirà quindi al traduttore quale registro utilizzare. Ogni testo ha una propria natura, e un proprio stile e registro. Va ovviamente rispettato e adattato a seconda del destinatario.

4) La traduzione dei nomi propri

Specialmente nella traduzione di nomi propri (di persona o del brand) verso la lingua cinese, grande attenzione va riposta nel senso semantico dei caratteri scelti. Scegliere degli ideogrammi suggeriti dal traduttore automatico potrebbe significare “toppare” del tutto in termini di significato in cinese.

5) La re-invenzione del testo

L’ultima fase della traduzione consiste nella re-invenzione o re-interpretazione (più o meno libera) da parte del traduttore. È qui che si riconosce se una traduzione è stata puramente letterale o una parafrasi localizzata e adatta al pubblico di destinazione. È qui che si scopre la differenza tra traduzione scolastica e traduzione professionale. Se è vero che nel processo di traduzione, il traduttore è chiamato a seguire e rispettare fedelmente la struttura della frase o del testo, è anche vero che talvolta cambiare la struttura iniziale è necessario al fine di rendere scorrevole e più naturale la traduzione finale. Cambiare per migliorare il risultato, senza stravolgerlo. Sta al traduttore esperto decidere se alterare il valore sintattico di una parola, o trasformare una frase da passiva a attiva, o un verbo in aggettivo.

Ufficio Stampa LingoYou

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